Orizzonte apparente ed orizzonte astronomico - Parallasse
Appunti di navigazione astronomica - 2
I dati riportati sulle Effemeridi Nautiche hanno a riferimento la Sfera Celeste Geocentrica e non quella Locale. In altre parole tutti i valori sono riferiti al centro del globo terrestre e non alla posizione dell’osservatore.
Le osservazioni astronomiche del navigante fanno riferimento però, in prima approssimazione, all’orizzonte apparente e non a quello astronomico; ovvero ad un orizzonte che giace su di un piano parallelo all’orizzonte astronomico e che passa per l’occhio dell’osservatore.

La distanza tra i due, pari a circa il raggio terrestre, non dà problemi nel caso si osservi una stella molto distante da noi. In questo caso la distanza dall’astro è tale che la terra può essere effettivamente considerata puntiforme senza commettere errori grossolani e i due orizzonti possono essere considerati coincidenti.
Nel caso di astri a noi vicini, all’interno del nostro sistema solare, bisogna invece tener conto della distanza tra i due orizzonti e qualsiasi osservazione noi effettuassimo andrà corretta per poter essere utilizzata nei calcoli relativi al punto nave astronomico. In questo caso infatti, non si può più trascurare il fatto che la direzione sotto cui noi vediamo l’astro è diversa da quella registrata da un ipotetico osservatore posto al centro della Terra.
L’angolo sotto cui viene visto, da un qualsiasi astro, il raggio terrestre, è definito parallasse ed il valore da esso assunto per il Sole, i Pianeti e la Luna, non si può trascurare.
Una nota alla figura sottostante: l’altezza dell’omino disegnato è, metro più metro meno, di circa duemila chilometri. Questo fa sì che la parallasse disegnata assumi un valore più grande di quel che risulta in realtà. Per stature più umane la distanza tra i due orizzonti risulta effettivamente approssimabile alla dimensione del raggio terrestre.
