Giovanni, ingegnere. Una innata passione per il mare, lo studio ed i lavori manuali.
Dopo il primo battesimo a vela, all’età di undici anni, dai venti comincio a studiare la grande e piccola nautica classica e tradizionale, affascinato dal concetto ‘barca’ come mezzo meraviglioso attraverso il quale è possibile entrare in contatto, comunicare con il mare. E quindi con me stesso.
Passano anni trascorsi sulle linee disegnate da Olin Stephens, Carlo Sciarrelli, Aage Nielsen e tanti altri prima, e di artisti come Iain Oughtred e Albert Strange più tardi.
Attraverso i loro disegni mi appassiono al bello, mi interrogo su che cosa possa definirsi bello, classico, che cos’è che ti fa gonfiare il petto e sfrigolare lo stomaco al comprenderlo od osservarlo, cos’è che ti colpisce, che ti piace o detesti di qualcosa di apparentemente brutto. E scopro con grande sorpresa che in tanti, prima di me, da sempre, si sono posti le stesse domande. In pochi, buoni pensatori, hanno cercato di darvi risposta: si chiama filosofia estetica.
Dopo gli studi, un paio di anni all’estero a fare ricerca e sviluppo, il rientro e il dottorato. Anni trascorsi per la maggior parte dietro ad un computer, facendo un lavoro che soddisfa tanto la mia testa logica ma che incolla il mio sedere per otto ore al giorno su di una sedia. La vita fuori scorre.
Un ultimo lavoro molto distante dalla mia natura e devo tornare alle origini, devo muovere le mani.
Chiedo ad un amico falegname di ospitarmi per costruire il lettino al primogenito e in seguito, con la famiglia, ci trasferiamo in provincia, dove pensiamo sia più semplice vivere. Comincio a costruire di tutto per la casa: libreria, armadi, letti per i bimbi.
Il mondo ‘barca’ è vastissimo, è un universo dove c’è tantissimo dei valori che per me contano. E nella costruzione o restauro di una imbarcazione, soprattutto di quelle tradizionali, è necessario imparare a lavorare con qualsiasi tipo di materiale, legno, acciaio, resine, smalti, tessuti, meccanica…Senza contare la soddisfazione di riportare in vita, nel restauro, un piccolo pezzo di storia e passioni. Fa per me.
Penso a come mettere in piedi una nuova attività che unisca tecnologia e tradizione e disegno Carolina, una piccola canoa a fasciame sovrapposto, pensata per essere costruita da una scatola di montaggio. La novità sarebbe quella di avere dei pezzi con incastri perfetti, tagliati con macchine automatiche a cinque assi, per poter replicare e diffondere la costruzione tradizionale. L’esperimento riesce benissimo, Carolina va in acqua, ma c’è ancora tanto, troppo computer dietro tutto questo. E c’è poco mare, poche persone o nessuno col quale condividere queste passioni e un mercato piccolo piccolo. Insomma, pevisioni sbagliate e una direzione non corretta.<>Dedico una buona parte del tempo a montare video sulla mia attività e sulla progettazione nautica. Mi piace, mi permette di fare pulizia mentale, chiarirmi meglio certi concetti e di provare a coinvolgere più persone in questa mia passione. E in parallelo inizio un persorso per poterla finalmente trasmettere in mare questa mia passione: comincio un tirocinio per diventare istruttore di vela.
Forse il cerchio si chiude, anche se non sono convinto sia cosa buona che si chiuda completamente. Forse Cigno troverà finalmente una collocazione degna delle migliori intenzioni che ebbi quando la acquistai. Forse.